«Ecco perché è lo stesso anche in Italia».
Commenta Stefano Rossi, infermiere e amministratore unico di ADNursing servizi infermieristici
Ho letto recentemente un articolo sulla situazione degli infermieri in Francia. “Il 20% degli infermieri francesi abbandona la professione…sono esausti” dice l’articolo che è la fotografia della situazione in Francia, ma anche in Italia e in molti altri stati europei. La carenza di infermieri è cronica, in tanti paesi, inclusa l’Italia, tanto che sono nate agenzie specializzate nel “traffico ” di infermieri. Ne sono un esempio Inghilterra e Germania che reclutano infermieri in Italia perché il livello formativo, da noi, è molto alto. E poi c’è la situazione nel nostro Paese, che va a cercare infermieri nei paesi dell’est, facendo leva, grazie al cambio di valuta, su uno stipendio che è molto più alto rispetto a quello del loro paese.
Caro paziente, caro medico e caro amministratore, ecco perché siamo esausti
Il servizio infermieristico è alla base del servizio sanitario di qualunque nazione e dovrebbe essere un valore; in realtà, pur essendo la professione il cardine su cui si basa il funzionamento di tutti gli ospedali, e soprattutto su cui poi si poggiano le grandi conquiste terapeutiche, il contenuto scientifico della nostra professione è ancora troppo poco diffuso e riconosciuto. L’attività professionale dell’infermiere è ridotta a un lavoro di “manovalanza a cottimo”, con carichi di lavoro spesso inimmaginabili: basti pensare, ed è incedibile, che nei turni notturni delle RSA troviamo spesso 1 solo infermiere con oltre 70 ospiti anziani. Certo non tutti sono malati non autosufficienti, ma resta un divario assurdo, basti pensare al caso in cui due pazienti dovessero stare male contemporaneamente (e non è un caso raro); sono pronto a scommettere che durante una notte in turno, i colleghi infermierisuperano i 50 km camminando a passo spedito tutta la notte su e giù da corridoi, dentro e fuori le stanze dei pazienti.Caro SSN, il risparmio cercalo dove ci sono gli sprechi
Tutto il sistema sanitario è al risparmio, e tra le voci su cui risparmiare, in primo piano ovviamente, c’è la voce del personale infermieristico. In molti reparti, per fortuna non in tutti, un turno di lavoro è un vero “turno al massacro” con un livello elevato di ritmi da mantenere, responsabilità, e grado di attenzione. Per non parlare dello stress da rapporto con l’utenza e la malattia, le pretese dei medici spesso incuranti dell’attività che l’infermieresta svolgendo, i rischi sempre presenti di malattia e infortunio. Nella sanità italiana sono tanti gli sprechi, ma vanno cercati dove ci sono.
Caro paziente, saliresti su un taxi il cui conducente è visibilmente esausto?
Volendo usare una metafora ipotizziamo di aver bisogno di un taxi per arrivare nel più breve tempo possibile all’aeroporto, attraversando il traffico della città, ostacoli, difficoltà. Il taxista è stanco, fa turni massacranti, non riesce a recuperare le ore di sonno e deve pure sbrigarsi a portarvi all’aeroporto: ci sono altri clienti e altre corse da fare, mentre guida risponde ad altre chiamate e deve distogliere l’attenzione dalla strada e dalla guida per rispondere alle richieste impreviste del capo o di altri clienti. Bene. Ti fideresti di fare una corsa su questo taxi? Gli infermieri, con grande senso del dovere, professionalità ed etica si impegnano affinché comunque tutto funzioni sempre al meglio. E se da un lato questa dedizione fa sì che il servizio funzioni, dall’altro giustifica però le amministrazioni a non investire sul personale infermieristico.Stefano Rossi, amministratore unico di ADNursing